Vertigine parossistica posizionale benigna ed osteoporosi
La vertigine è una distorsione della percezione sensoriale dell’individuo che influisce sul movimento della persona dandogli un’errata percezione dello stesso, caratterizzato da perdita di equilibrio e sensazione di rotazione di se stessi o dell’ambiente circostante. Diversi studi hanno mostrato come possa esistere una relazione tra vertigine parossistica posizionale benigna (VPPB), forma più comune di vertigine ricorrente, e l’alterata omeostasi del calcio.
Può manifestarsi a qualsiasi età, anche se è stata documentata un’incidenza maggiore nei soggetti adulti. E’ comunemente accettato quale meccanismo scatenante una dislocazione patologica degli otoliti (cristalli di carbonato di calcio), normalmente presenti nelle macule dell’utricolo e del sacculo, sull’epitelio sensoriale della cupola di un canale semicircolare oppure nel lume dei canali semicircolari stessi.
La vertigine è considerata dal carattere benigno proprio perché scompare o spontaneamente o in seguito ad una manovra liberatoria del canale semicircolare leso. Le origini di questa malattia restano indeterminate nel 50-70 % dei casi, sebbene l’età, traumi cranici, bruschi movimenti del capo, labirintiti virali, fattori ormonali e malattie dismetaboliche possono essere annoverati tra le cause predisponenti.
Nei soggetti di età superiore ai 70 anni, la VPPB è abbastanza comune e si associa a notevoli comorbilità e ricadute. Probabilmente questo aumento di incidenza nelle popolazioni anziane è da associare ad una degenerazione del sistema vestibolare dell’orecchio interno, che è parzialmente accelerata dalla co-presenza di malattie metaboliche come l’osteoporosi. L’osteoporosi, malattia caratterizzata da una riduzione della massa ossea e da un incremento del turnover osseo con conseguente deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo, induce un’aumentata fragilità ossea e un aumento del rischio di fratture.
Sembra che le vertigini idiopatiche e ricorrenti si manifestino con più frequenza nelle donne e negli uomini affetti da osteoporosi e con carenze ematiche di vitamina D: infatti l’alterazione del bilancio tra formazione ossea e riassorbimento osseo determina un’ alterazione dell’omeostasi del Calcio nell’orecchio interno, esitando in un aumento della prevalenza e del rischio di ricorrenza di vertigini nei pazienti anziani. Numerosi studi hanno infine dimostrato come l’apporto nutrizionale di vitamina D nei soggetti affetti da osteoporosi e vertigini ricorrenti abbia determinato dei miglioramenti in termini di riduzione, fino anche alla scomparsa, delle crisi vertiginose.