Supersorda: il libro per bambini che fa dell’ipoacusia un superpotere
Si sa: spesso convincere i nostri bambini e ragazzi a indossare l’apparecchio acustico senza reticenze non è semplice. Ma se a venirci in aiuto fosse un bel libro? O meglio ancora, una graphic novel?
Finalmente è arrivato anche nelle librerie italiane il divertentissimo libro a fumetti che ha riscosso un grande successo all’estero: Supersorda, dell’autrice e illustratrice statunitense Cece Bell (Cecilia Carolina Bell), edito da Piemme nella serie Vortici, della collana Battello a Vapore.
Lettura consigliatissima, già pubblicata negli Stati Uniti e più volte bestseller per il New York Times, questa innovativa graphic novel ha ricevuto premi prestigiosi in America, tra cui il Newbery Medal Honor (un riconoscimento statunitense per le migliori pubblicazioni della letteratura per l’infanzia) e il Premio Eisner (rilasciato nell’ambito della produzione letteraria a fumetti).
Supersorda è una storia che si distingue perché affronta con intelligenza e grande ironia il tema della sordità infantile, riuscendo a trasformare ciò che sarebbe considerato un deficit in un superpotere di cui andare fieri. L’autrice, muovendo dalla sua esperienza autobiografica (ha perso l’udito da bambina a causa di una meningite), realizza una fantasiosa graphic novel in cui ogni personaggio ha le forme di un animale: la protagonista, Cece appunto, è una coniglietta ed è costretta a indossare un apparecchio acustico (che negli anni settanta è enorme e molto ingombrante), diventando per tutti i suoi compagni di classe “la bambina con i fili nelle orecchie”.
Ma il brutto ed enorme dispositivo si rivela ben presto un ordigno magico: esso è collegato a un piccolo microfono attaccato al golfino della maestra, per aiutare Cece ad ascoltare tutto ciò che lei dice. Ma la ragazzina si accorge che il sistema funziona anche a grandi distanze, dunque lei riesce a sentire anche le conversazioni personali dell’insegnante, le sue parole mentre è nella toilette, ad esempio. Questo superpotere ben presto fa di Cece la beniamina della classe, conosciuta da tutti col soprannome di Supersorda. Tutto ciò, ovviamente, accade mentre la protagonista affronta la vita e la crescita come tutti i suoi coetanei: il trasloco, i nuovi amici, la prima cotta.
Con estremo realismo (e senza prenderlo troppo sul serio) si affronta il tema della sordità descrivendo situazioni con le quali ogni bambino con un deficit uditivo si confronta ogni giorno: la difficoltà di seguire i programmi in tv o di ascoltare la musica in radio, le conversazioni con le persone che pensano che serva urlare o sillabare lentamente. Qualche volta Cece si arrabbia, altre volte si sente forte come una supereroina, e nel frattempo cresce, acquistando sempre più consapevolezza di se stessa.
Supersorda, quindi, è un racconto davvero esilarante, che descrive senza peli sulla lingua le vere difficoltà di chi si relaziona ai propri problemi di udito e all’uso di un apparecchio acustico; ma al tempo stesso è motivo di riflessione, non soltanto sulla sordità, ma in generale sull’accettazione di sé e dell’altro.