Autismo e problemi di udito: qual è il collegamento?
Oggi è la giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo. Questa ricorrenza, nata nel 2007 a seguito di una risoluzione delle Nazioni Unite, ha lo scopo di sensibilizzare la popolazione sui disturbi legati all’autismo e soprattutto sulle condizioni di vita dei bambini che ne soffrono e dei loro familiari. Le iniziative a supporto delle famiglie, specialmente in questo periodo di crisi, sono molte. Anche noi di Specialisti dell’Udito abbiamo voluto dare il nostro contributo parlando del legame fra autismo e problemi di udito.
1I numeri dell’autismo e dell’ipoacusia infantile
Le ultime stime dell’Osservatorio Nazionale Autismo (2019) dichiarano che circa 1 bambino su 77 soffre di autismo. Questi dati sono purtroppo in crescita rispetto agli anni scorsi. Probabilmente, ciò è dovuto anche alla maggiore consapevolezza del problema rispetto al passato e alle tecniche di diagnosi precoce, che abbassano la soglia per la diagnosi anche entro i 30 mesi di vita del bambino. Tuttavia, i numeri restano alti.
Per quanto riguarda l’ipoacusia infantile, l’Ospedale Bambin Gesù di Roma ha stimato che 1 bambino su 1000 soffre di gravi forme di ipoacusia, e 1 bambino su 4000 di sordità. Le cause possono essere legate a predisposizioni genetiche, a complicazioni durante il parto, o malattie e infezioni sopraggiunte nei primi mesi di vita.
Il bambino non risponde quando viene chiamato
Quello che spinge la maggior parte dei genitori a domandarsi se il proprio figlio può soffrire di autismo e problemi di udito è il fatto che il bambino non si gira quando viene chiamato e non risponde agli stimoli sonori. Tuttavia, questo comportamento non necessariamente è indice di entrambe le patrologie. Può essere legato sia a problemi strettamente uditivi (e allora si può intervenire con delle audioprotesi) sia ad una forma di autismo. Ma raramente le due patologie, autismo e problemi di udito, coincidono nello stesso bambino. E quando succede le due cose non sono strettamente collegate fra loro.
Nei bambini autistici, il danno al sistema uditivo è quasi sempre di tipo neurosensoriale retrococleare e riguarda le vie nervose centrali, non l’apparato trasmissivo. Le vie nervose sono responsabili anche di altre abilità percettive fondamentali per la comunicazione.
A livello strettamente uditivo, le vie nervose hanno il compito di trasmettere al cervello i suoni captati dall’orecchio medio e trasformati dalla coclea in impulsi elettromagnetici. A livello percettivo invece le vie nervose fanno sì che il bambino:
- si giri quanto lo chiamano (coordinazione sensomotoria)
- isoli i rumori ambientali e si concentri sulla voce che gli parla (separazione figura-sfondo)
- riconosca il significato di una parola anche se pronunciata da voci diverse (costanza della forma)
Autismo e problemi di udito: cosa fare
Dunque, come aveva spiegato il dott. 143, recentemente scomparso, in un precedente articolo, un bambino che non si gira quando viene chiamato non soffre necessariamente di problemi di udito, ma può “essere carente in coordinazione sensomotoria e in altre abilità percettive da definirsi più centrali che periferiche”.
È importante dunque riuscire a capire in tempi brevi se il bambino non risponde per problemi di autismo o per problemi di udito. A livello clinico, ripete più volte lo specialista, è abbastanza facile distinguere fra le due problematiche.
Già da una prima visita si riesce a capire se il bambino ha problemi di udito o di autismo. Nel secondo caso, una visita strumentale per il controllo dell’udito non è certo dannosa, ma passa di sicuro in secondo piano rispetto all’elaborazione di un percorso clinico e psicologico a supporto del bambino e della famiglia.