Rumori e udito: i 5 lavori più pericolosi
Tra gli infortuni più frequenti sul luogo di lavoro si configurano i danni all'udito riconducibili ad una prolungata esposizione ai rumori dovuti soprattutto all'assenza di adeguate forme di prevenzione (su tutte, la disabitudine ad indossare tappi per le orecchie). In questi casi, infatti, si parla di ipoacusia da rumore, una forma di ipoacusia (perdita uditiva) che può essere irreversibile (ipoacusia neurosensoriale) e che può richiedere l'adozione di apparecchi acustici per limitarne l'impatto sulla vita di tutti i giorni.
Oltre determinati decibel, infatti, i rumori generano delle vibrazioni di un'intensità tale da sopraffare i naturali meccanismi di compensazione dei rumori, danneggiando le strutture interne del sistema uditivo deputate alla corretta trasmissione del suono. Da qui ne può derivare un significativo abbassamento uditivo, che si può manifestare nel breve o nel lungo periodo, talvolta associato ad episodi frequenti di acufene, ovvero una percezione di un fischio o un ronzio persistente in assenza di uno stimolo sonoro esterno.
Come si può facilmente intuire, alcuni lavori risultano più insidiosi rispetto ad altri, motivo per cui richiedono un approccio alla prevenzione particolarmente attento.
1I 5 settori lavorativi più insidiosi per l'udito
- Edilizia: operai edili, carpentieri, idraulici, falegnami, e tutti quei lavoratori legati al mondo delle costruzioni, utilizzano quotidianamente dei macchinari che superano di parecchio il limite raccomandabile degli 80 decibel. Basti pensare che un martello pneumatico può arrivare a toccare fino a 115 decibel;
- Agricoltura: considerando il trambusto provocato da trattori, mietitrebbiatrici, irroratori delle colture, atomizzatori agricoli e altri strumenti necessari per l’agricoltura, la lista dei rumori a cui i lavoratori agricoli sono esposti quotidianamente è consistente e spesso sottovalutata. Ai macchinari, inoltre, si aggiunge anche un'altra tipologia di molestia uditiva che molto frequentemente non viene presa in considerazione: i rumori prodotti dal bestiame. I grugniti dei maiali, per esempio, possono oscillare fra gli 85 e i 115 decibel;
- Forze armate: facile immaginare quanto i rumori dei fuochi d’artiglieria siano dannosi. Le cose si aggravano per i militari chiamati in missione nei territori di guerra, dove il rombo dei motori delle navi e degli aerei, lo scoppio delle bombe e il rumore degli spari anche a brevissima distanza è all’ordine del giorno. Si stima che oltre il 60% dei militari di ritorno dalle missioni in zone di guerra soffrano di problemi di udito. Un'altra ricerca, invece, ha evidenziato la maggiore probabilità degli ex militari di sviluppare forme di acufene cronico. In questi casi è purtroppo difficile evitare le spiacevoli conseguenze attraverso semplici precauzioni: lo scoppio di una bomba, infatti, raggiunge i 180 decibel;
- Manifattura: macchinari rumorosi, lo sferragliare delle operazioni di produzione, i locali chiusi che favoriscono il rimbombo dei suoni, la mancanza di adeguati comportamenti preventivi: tutto ciò contribuisce a rendere il settore manifatturiero molto insidioso per l'udito di tutti coloro che ci lavorano;
- Intrattenimento e vita notturna: dj, addetti alla sicurezza, musicisti, baristi e camerieri lavorano spesso in ambienti caratterizzati da un volume della musica molto elevato. Secondo alcune rilevazioni, nei club e nelle discoteche si oltrepassano i 100 decibel.
Ad ogni modo, indipendentemente dallo specifico contesto lavorativo, è bene assicurarsi di adottare le giuste forme di prevenzione affinché il proprio udito resti in salute nel breve e nel lungo periodo, indossando otoprotettori ed eseguendo periodicamente degli appositi esami audiometrici per monitorare attentamente la propria condizione uditiva. Nel caso in cui dovessi aver già riscontrato un calo dell'udito, a maggior ragione se lavori o hai lavorato in passato nei settori elencati in precedenza, ti consigliamo di prenotare un appuntamento gratuito presso il centro o lo specialista più vicino.