Tabù degli apparecchi acustici: perché tutta questa resistenza?
La perdita di udito è da sempre oggetto di attenzione da parte degli specialisti del settore audiologico e otorinolaringoiatrico: la diagnosi, il trattamento e la prevenzione delle varie cause dell’ipoacusia sono al centro degli obiettivi di questa categoria. Sebbene il lavoro di comunicazione e sensibilizzazione svolto dagli operatori del settore sia sempre stato notevole, il numero di italiani che necessitano effettivamente di apparecchi acustici supera sempre di molto quello di coloro che scelgono di avvalersi effettivamente di questo ausilio.
Stando all’ultima indagine condotta nel nostro Paese (Eurotrack 2015), la prevalenza dell’ipoacusia in Italia si attesta all’11,2% della popolazione, circa 7 milioni di persone; ma solo il 25.2% di queste possiede attualmente almeno un apparecchio acustico. Si è calcolato, inoltre, che tra la diagnosi di ipoacusia e la scelta di acquistare un dispositivo trascorrono dai sette ai dieci anni.
Questi pochi dati, per nulla rassicuranti, viaggiano in controtendenza con un’attitudine all’innovazione che negli ultimi anni ha caratterizzato il settore dell’audioprotesi e ha permesso di mettere a disposizione delle persone con problemi uditivi strumenti e funzionalità in grado di restituire un’efficienza uditiva senza precedenti. Tuttavia, a causa di questo gap, molti italiani non utilizzano apparecchi acustici e, dunque, non possono beneficiare di questi cambiamenti.
1Ma quali fattori influenzano la scelta di non acquistare apparecchi acustici?
Erroneamente, si potrebbe pensare che la principale motivazione per la quale molti italiani non utilizzano apparecchi acustici sia il prezzo. Non c’è dubbio che in alcuni casi questo sia un elemento di cui tener conto, ma diverse indagini condotte anche sui modelli di acquisto degli altri Paesi dimostrano che indipendentemente da quali siano le possibilità di accesso proposte dai sistemi sanitari, in molti casi le percentuali si mantengono comunque basse.
Ciò significa che a influenzare la scelta di non acquistare un apparecchio acustico entrano in gioco diversi altri fattori.
Tra le principali motivazioni, purtroppo, figurano ancora oggi le barriere sociali. Lo stigma dell’apparecchio acustico stenta a essere sconfitto e moltissime persone provano imbarazzo a indossarlo perché ritengono che esso metta in mostra un deficit che preferirebbero nascondere. Lo stesso non accade con gli occhiali da vista, ad esempio, che vengono indossati in modo molto più sereno, sebbene siano dispositivi medici utilizzati per compensare un deficit sostanzialmente equivalente. Ciò di cui non si tiene conto è che una perdita uditiva consistente, alla quale si va incontro inevitabilmente se si sceglie di non provvedere alla cura del proprio udito, diventa molto più evidente e debilitante di quanto possa esserlo una protesi acustica.
Spesso, però, questa reticenza discende da un altro fondamentale limite costituito dalla disinformazione. Moltissime persone non sono al corrente dell’entità del proprio danno uditivo, non sono a conoscenza nemmeno delle conseguenze alle quali vanno incontro se scelgono di ignorarlo. Molte di esse ignorano anche che la tecnologia degli apparecchi acustici ha consentito di ridurne notevolmente le dimensioni, al punto da consentirne l’inserimento diretto nel canale uditivo e una resa estetica molto più discreta che in passato.
Questa mancata informazione si estende, in particolare, all’ambito delle agevolazioni per gli aventi diritto. Moltissimi italiani non utilizzano apparecchi acustici perché non conoscono le procedure per poterli ottenere gratuitamente, o comunque per poter sfruttare le agevolazioni fiscali che ne ridurrebbero i costi.
Il Servizio Sanitario Nazionale, infatti, eroga contributi a copertura totale o anche parziale per l’acquisto di un dispositivo audiologico. Ciò vuol dire che se si desidera un apparecchio acustico più sofisticato o innovativo, il cui costo supera la copertura a disposizione per gli aventi diritto, ogni cliente può scegliere in accordo con l’audioprotesista di farsi carico esclusivamente della differenza di prezzo.
Altro deterrente, infine, che pure gioca un ruolo fondamentale, è la sfiducia verso una burocrazia che spesso si ritiene troppo lunga e faticosa. A questo proposito rimandiamo a una nostra piccola guida su come richiedere l’agevolazione ASL.
Ciò che si intuisce, quindi, è che gran parte del lavoro da fare affinché sempre più italiani scelgano di prendersi cura del proprio udito consiste nel:
– rendere note le agevolazioni a disposizione degli aventi diritto;
– semplificare le procedure di accesso a tali agevolazioni;
– aumentare il livello di conoscenza in relazione a tematiche legate alla salute dell’udito.
L’impegno da parte degli specialisti dell’udito deve essere costante, in quanto soltanto aumentando il numero di persone che scelgono di curare il proprio calo uditivo si può diminuire l’incidenza di questo disturbo sulla popolazione e tutte le conseguenze che esso comporta.