La corteccia uditiva si attiva anche con la vista
Ma la lettura del labiale viene utilizzata ogni giorno anche dai normo-udenti: è un’abitudine quasi inconsapevole, a cui quasi non facciamo più caso. Tuttavia, se dovesse captare che il suono e il labiale non combacino, come ad esempio in un video non sincronizzato bene, si crea un effetto straniante e anche spiacevole, poiché l’incongruenza tra ciò che si vede e ciò che si sente altera la stessa percezione uditiva.
Ciò accade perché la correlazione tra udito e vista è più stretta di quello che normalmente di pensa: la corteccia uditiva infatti, ossia quella parte del cervello che si attiva in presenza di un suono, si attiva anche con la vista grazie all’azione dei neuroni specchio audiovisivi. È ciò che accade, ad esempio, quando si guarda una fotografia con un chiaro riferimento sonoro, come quella di un cantante che stringe un microfono: la corteccia uditiva si attiva e abbiamo la sensazione di udire quasi la voce del cantante e le parole della canzone. Al contrario, l’immagine di un gelato, che non non evoca nessun suono, non attiva la corteccia uditiva.
Tale fenomeno è stato studiato dalla professoressa Alice Mado Proverbio e dal suo team dell’Università Milano-Bicocca, in collaborazione con i colleghi Roberta Adorni e Guido D’Aniello, e con Alberto Zani, dell’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del CNR di Milano. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Scientific Reports: eccone una breve sintesi.
1Lo studio dell’Università Milano-Bicocca
La ricerca condotta dall’Università Milano-Bicocca ha coinvolto 15 studenti universitari sia maschi che femmine che non facevano uso di farmaci o droghe e che non avevano problemi neurologici di nessun tipo. Gli studenti avevano il compito di eseguire un’azione (come ad esempio premere un tasto) alla vista di una determinata immagine. Nel frattempo, venivano proiettate sullo schermo davanti a loro 300 immagini molti simili per colori, soggetti e valore affettivo, per circa un secondo a intervalli di 1.500-1.900 millisecondi l’una dall'altra. Solo metà delle immagini però poteva evocare un suono, come ad esempio campane in movimento o un cantante.
Mentre i soggetti osservavano le immagini, è stato possibile registrare l’attività bioelettrica cerebrale che si attiva solitamente in presenza di una stimolazione visiva. Attraverso una tecnica di tomografia elettromagnetica e alla risonanza magnetica tridimensionale (tecnica LORETA Low resolution electromagnetic tomography) gli studiosi hanno evidenziato l’ordine in cui si attivano le diverse aree cerebrali in relazione alla vista delle immagini proiettate.
I risultati hanno dimostrato che il cervello attiva la corteccia uditiva primaria solo un decimo di secondo dopo la presentazione dell’immagine: in questo modo evoca il suono che normalmente è associato a quell’immagine con la stessa velocità che avrebbe in caso di suoni reali.
La corteccia uditiva si attiva dunque anche quando leggiamo il labiale, con uno scarto di tempo minimo rispetto al suono prodotto: ecco perché quando ci sono incongruenze tra quello che vediamo e quello che ascoltiamo l’effetto risulta straniante.