Come valutare un audioprotesista?
Hai mai preso un aereo, per viaggio o per lavoro? Una volta decollato, se sei un viaggiatore assiduo, hai già un libro in mano o un giornale da sfogliare, ma se l’aereo non è il tuo mezzo di trasporto preferito, ti trovi fermo immobile al tuo posto che cerchi di gestire “la paura” del volo. Una volta che il capitano spegne le luci “delle cinture allacciate”, il personale di bordo inizierà a passare con il carrello a offrire qualcosa da bere, sempre che non ti trovi su un volo low cost, che lì sappiamo che non ti offrono un bel niente. Tu con gli occhi scandagli quello che ti circonda verificando se l’aeromobile è pulito e la cordialità del personale di volo.
Eppure pochi metri più avanti, chiusi in cabina, ci sono i piloti che passano quel tempo facendo continui controlli, continue verifiche e manovre correttive in caso di problemi. Non te ne rendi conto, perché sei focalizzato su ciò che vedi e conosci (a meno che tu non sia un pilota in pensione). In quel momento non pensi che in un volo aereo le cose che potrebbero andare storte sono pressoché infinite. Il personale è addestrato, formato e motivato a evitare errori e lo fa per la tua sicurezza. Quando paghi un volo aereo non paghi il drink offerto o il film proiettato, paghi dei professionisti che risolvono continuamente delle operazioni complesse necessarie a volare in sicurezza.
Ebbene anche per molte altre professioni avviene qualcosa di simile. Nel mondo dell’udito ad esempio le pubblicità sono piuttosto fuorvianti nel lasciare intendere che “indossi gli apparecchi acustici e all’improvviso senti tutto perfettamente”.
Se ti rechi in un centro acustico, come avviene per un volo aereo, fai valutazioni su tematiche che conosci: il prezzo che sei disposto a spendere, la cortesia e la preparazione del personale e infine l’efficacia di quanto acquistato. Quello che non vedi è tutto quello che ci sta dietro, e come per un volo aereo, puoi trovare personale da compagnia aerea di lusso e compagnia aerea low cost, dove pagherai anche per portare la borsa in cabina (all’aggiunta del bagaglio a mano). Infatti a volte si trova un audioprotesista capace che gestisce tutto al meglio ma ahimè, come può capitare in ogni settore, c’è sempre il rischio di capitare anche da qualcuno che lavora un po’ più “superficialmente”.
Anni di esperienza in questo settore, dell’udito, mi hanno dato la possibilità di vedere il buono e il cattivo tempo di questo lavoro. Per questo mi sono permesso di fare una rassegna degli errori più comuni che credo possa fare chi fa il mio lavoro, l’audioprotesista.
Due considerazioni: la prima è che li esporrò secondo l’ordine cronologico dall’inizio, da prima della visita al controllo dopo la consegna degli apparecchi; la seconda è che sono mie considerazioni che porto come una sorta di autocritica, legate alla mia personale esperienza e al confronto con i miei colleghi. Non vuole essere intesa come un giudizio verso audioprotesisti che hanno approcci diversi del mio.
1Marketing e pubblicità
Uno degli errori più ricorrenti: dare aspettative non reali. Infatti ti sarà capitato di vedere pubblicità sugli apparecchi, sul tuo profilo Facebook, leggendo il giornale o guardando la televisione. Non appena ti rechi in un centro audioprotesico hai già un’idea di massima su quello che desideri. Per cui quando entri chiederai un apparecchio che non si deve vedere, piuttosto che un offerta economica o quant’altro. Gli errori più comuni che possono essere commessi in questo frangente sono 2:
- il tecnico audioprotesista è impreparato, non conosce l’offerta che hai letto sul giornale, cade dalle nuvole ed in questo caso rischi di iniziare subito con un’incomprensione, una sorta di pasticcio iniziale che andrà ad accumularsi fin dalle prime battute… e credimi accade più di quello che pensi
- Nel secondo caso invece l’orientamento è commerciale e l’audioprotesista “cavalca” le tue richieste o le offerte senza fare una valutazione critica di cosa ti serve DAVVERO. Se gli chiedi l’apparecchio invisibile non si pone nemmeno la domanda se sia adatto a te e se risolverà il tuo problema. Questa condizione è un po’ più rara e riguarda soprattutto tecnici con poca esperienza o passione del loro lavoro
Prima visita
Ovvero il momento in cui in prima battuta il tecnico inizierà a prendere conoscenza del tuo caso:
- Iniziamo dal tempo. La visita deve durare, deve essere analizzato ogni dettaglio. Ho visto tecnici fare visite in 15 minuti. Non sono d’accordo. Una visita ben fatta non può durare meno di 1 ora o 1 ora e mezza. C’è tutta l’anamnesi, l’analisi del problema del paziente, tutti i test audioprotesici, la valutazione delle tecnologie, la discussione delle aspettative e degli obiettivi raggiungibili, la discussione sul budget del paziente, il coinvolgimento di eventuali altri professionisti e tutti i dettagli del progetto che andremo a fare. Dico la verità, molto spesso non bastano nemmeno 2 ore e per non sovraccaricare il paziente dobbiamo dividere la visita in più battute. Come si fa a gestire per bene tutti questi aspetti in 15-30 minuti?
- Accompagnatori. Spesso il tecnico non fa “pressione” per avere presenti degli accompagnatori. Certo, è più difficile interagire con più persone ma i famigliari possono arricchire in modo unico le informazioni, ascoltano anche loro ciò che si è detto. Insomma, salvo esplicita richiesta da parte tua, dovrebbero essere presenti dei familiari di riferimento.
- Anteporre le necessità dell’azienda alle tue. Ci sono realtà che per comodità e altri vantaggi lavorano con una sola marca di apparecchi. In questi casi il tecnico consiglierà quella marca ovviamente, ma lo fa perché è la miglior soluzione per il paziente o per altre motivazioni? Dal mio punto di vista l’audioprotesista deve poter lavorare con un portfolio di tecnologie estremamente completo e deve poter consigliare sempre la miglior soluzione possibile per la tua situazione.
- Pigrizia e abitudine, sulla stessa linea del punto precedente, quando i tecnici si fossilizzano su alcuni modelli di apparecchi o metodi di regolazione semplicemente perché sono quelli che usano più spesso, ma non è detto che siano validi per il tuo problema di udito. E’ sempre bene chiedersi come mai un tecnico ti sta proponendo qualcosa: per il tuo bene o per abitudine?
- Esami. Un altro punto critico è quello degli esami. Indipendentemente da ciò che possa pensare ogni collega, per me è necessario compiere una valutazione di esami approfondita. Soglia del fastidio, esame vocale con e senza competizione sono alcuni dei test che andrebbero sempre fatti.
- Prova degli apparecchi. Qua il discorso è ampio e complesso, vorrei sintetizzarlo dicendo che la prova degli apparecchi acustici deve esser fatta correttamente. Se l’audioprotesista ti fa provare gli apparecchi dicendoti che sentirai perfettamente allora può arrecarti seri danni. La prova deve essere il più possibile “tecnica”, si devono fissare degli obiettivi chiari, concreti e raggiungibili in quell’arco di tempo. Allora la prova ha senso di esistere e può aiutarti.
Consegna dell’apparecchio e prime regolazioni
Il periodo in cui inizi a prendere confidenza con gli apparecchi e con il nuovo modo di sentire:
- Superficialità. In questa fase l’audioprotesista potrebbe fare una serie di errori che potrebbero condizionare i risultati futuri. In questa fase devi essere in grado di indossarli e di portarli senza alcun fastidio fisico e/o acustico.
- “Venga lei se ne ha bisogno”, arriverà un momento in cui i risultati saranno soddisfacenti. In questi casi l’errore più importante che può fare il collega audioprotesista è dirti di tornare in studio quando ne avrai più bisogno. Mi odieranno in molti colleghi ma è sbagliato. Non si può fare così. I problemi vanno anticipati, gestiti prima che accadano, molti pazienti poi potrebbero non rendersi conto di alcune cose che non stanno funzionando correttamente. Dovresti avere sempre un appuntamento di controllo in agenda.
- Le cose non vanno. Può accadere che le cose non vadano, in questo caso il tecnico deve avere un piano. Un team con cui confrontarsi, la possibilità di cambiare tecnologie, strategia o altro.
Fase di “controllo”
In questo frangente quello che il tecnico fa è di mantenere monitorato il guadagno uditivo ottenuto:
- Trascurare i pazienti storici. Come dicevamo prima, ci devono essere sempre dei controlli dove, in maniera alternata, dovrà esser fatto un controllo accurato sugli apparecchi o sul tuo udito
- Non proporre upgrade. Spesso con il timore di offendere la persona dopo diversi anni di utilizzo degli apparecchi si ha il timore di parlare di nuove tecnologie che migliorerebbero l’esperienza d’ascolto. Ogni anno e mezzo esce una nuova tecnologia e solitamente ogni 5 – 6 anni c’è una differenza tecnologica così ampia da non poterla considerare. Dal mio punto di vista ogni paziente ha il diritto di sapere se ci possono essere delle soluzioni che possono migliorare la sua qualità della vita. Ed allo stesso tempo è dovere dell’audioprotesista informare i propri pazienti.
Prossima volta che ti rechi in un centro acustico, fai attenzione a questi particolari. Necessari per valutare e capire le competenze dell’audioprotesista che ti trovi di fronte.