Baby talk: l'importanza di parlare ai neonati
Vi è mai capitato di parlare ai vostri figli in una maniera un po’ particolare, usando un tono di voce molto musicale o “bambinesco”? Beh, questo linguaggio ha un nome: il maternese. Il maternese o “baby talk” rappresenta un veicolo importante per la comprensione, il successivo sviluppo della parola e lo per lo sviluppo emotivo. Inoltre, pone le basi per la futura vita di relazione sociale.
Capita a tutti di conversare con i bambini, ma quando si tratta di rivolgersi ai bambini più piccoli ci rendiamo conto che accade qualcosa di diverso alla nostra voce: per ottenere l’attenzione del bambino si comincia a parlare con toni di voce che non si userebbero mai in altri contesti. Intuitivamente le narrazioni diventano più musicali, allungando le vocali alla fine delle parole ed usano toni più acuti.
In assenza di patologie neurologiche, sensoriali, cognitive o legate a sindromi genetiche, lo sviluppo del linguaggio avviene attraverso una serie di fasi che si succedono l’una all’altra in un ordine che tutti i bambini condividono.
Esiste però una notevole variabilità individuale per ciò che riguarda i tempi, i modi e le strategie che ogni bambino mette in atto per raggiungere livelli di competenza comunicativa e linguistica sempre più elevati. Bisogna, infatti, tenere presente che lo sviluppo linguistico deve essere inserito nel contesto più ampio dello sviluppo cognitivo, psicologico, relazionale-affettivo, senso-motorio.
Nel corso del primo anno di vita, il bambino impara a comunicare con il mondo esterno attraverso comportamenti gestuali e vocali con i quali segnala all’adulto i propri bisogni e le proprie emozioni. Inizialmente tali comportamenti non sono intenzionali, ma, nel tempo, l’interpretazione, il rinforzo e le risposte che gli adulti danno a questi segnali fanno sì che gradualmente essi assumano per il bambino un significato comunicativo preciso e stabile.
1Maternese: elementi fondamentali per lo sviluppo del bambino
L’acquisizione del linguaggio è pertanto riconducibile ad alcuni elementi fondamentali che si intersecano fra loro: l’ambiente linguistico, i processi cognitivi e gli input linguistici.
Se non sono presenti questi prerequisiti, il linguaggio verbale potrebbe emergere in ritardo o non emergere affatto.
Il maternese è caratterizzato essenzialmente da due componenti di base: la semplicità del linguaggio e la componente affettiva.
Le componenti del maternese possono essere così classificate in:
- Fonologia: l’adulto parla più lentamente, con un’intonazione più pronunciata e chiara che ha lo scopo di rendere riconoscibili al bambino le singole unità dell’enunciato;
- Semantica: le parole utilizzate sono poche e legate alla situazione concreta;
- Morfologia: si tende ad utilizzare frasi brevi;
- Pragmatica: si fanno spesso domande al bambino, si ripetono le sue espressioni;
- Cinesica: la comunicazione viene rafforzata mediante l’aggiunta di componenti comunicative non verbali come la gestualità, la mimica facciale etc.
Infine è possibile che l’uso del maternese rappresenti un contesto facilitante l’apprendimento linguistico.
Marilee Monnot, professore del Dipartimento di Neurologia Università di Oklahoma, ha osservato 52 madri e i rispettivi neonati durante il primo anno di vita. Mettendo a confronto il gruppo di madri che avevano fatto uso costante del maternese con il gruppo di madri che lo avevano utilizzato meno è emerso che il primo gruppo aveva bambini che crescevano più rapidamente e raggiungevano in tempi più rapidi le tappe fondamentali dello sviluppo.
Pur non essendo ancora universalmente accettato, questi studi scientifici, pedagogici e dimostrano come il maternese sia fondamentale nell’acquisizione del linguaggio, nello sviluppo emotivo e pone le basi per la futura vita sociale di relazione.