

Disturbo di elaborazione uditiva nel bambino: come si affronta

Un disturbo di elaborazione uditiva è una condizione in cui il cervello non riesce a elaborare le informazioni sonore che riceve dall’esterno, anche se l’organo uditivo è sano ed efficiente.
Il concetto di disordine di elaborazione uditiva è noto da molto tempo, ma solo negli ultimi vent’anni ha acquisito un peso consistente, in relazione soprattutto alla sua prevalente diffusione tra i bambini per i quali si accompagna a ritardi nell’acquisizione del linguaggio, difficoltà di apprendimento e, dunque, basso rendimento scolastico.
Si tratta di un deficit piuttosto delicato, sia perché la diagnosi può rivelarsi complessa (i normali test ORL possono risultare negativi e, dunque, non far evincere il problema) sia perché la ricerca si interroga ancora a proposito di molto fattori legati al disturbo e alla sua incidenza sulla popolazione.
Esistono alcuni segnali, però, ai quali è importante far caso, perché possono far sospettare un disturbo di elaborazione uditiva nel bambino.
- I primi segnali possono essere di tipo linguistico: il bambino talvolta fa fatica ad esprimere i propri concetti, a pronunciare alcune parole e ha difficoltà a ripetere un racconto che ha ascoltato nella sequenza corretta.
- Sempre in ambito domestico, si possono riscontrare alcuni ritardi nello sviluppo del suo linguaggio: è più lento dei suoi coetanei ad apprendere la connessione tra lettere e suoni o a memorizzare nuove parole.
- Il medico potrà evincere anche una mancanza di netta lateralizzazione oltre i 4 e i 5 anni, altro segnale da non sottovalutare.
Quando il bambino è in età scolastica, poi, le occasioni di manifestare questo disturbo aumentano, per questo è importante intrattenere un rapporto continuativo con gli insegnanti in modo da essere informati sul suo rendimento e sul suo comportamento in classe. Qui, infatti, i segnali possono essere tanti.
- Difficoltà a comprendere assegni, istruzioni, compiti che vengono assegnati soltanto oralmente
- Difficoltà nel leggere a voce alta
- Inversione di lettere o parole
- Frequente tendenza a distrarsi: questo aspetto può essere confuso con scarso interesse, ma talvolta può dipendere da un’effettiva incapacità del bambino di comprendere le spiegazioni dell’insegnante, non dichiarata per timidezza
- Al contrario, frequente richiesta di ulteriori spiegazioni: un bambino meno timido manifesta apertamente il suo disagio chiedendo molte volte all’insegnante di ripetere ciò che ha detto
- Scarsa interazione e partecipazione alle discussioni di gruppo in classe, soprattutto in presenza di molti rumori di fondo
- Difficoltà nel prendere appunti
- Problemi di comportamento, isolamento, malumore.
1Quali soluzioni possono essere adottate per affrontare un disturbo di elaborazione uditiva?
Esistono diversi approcci possibili per aiutare il bambino ad affrontare il suo disordine di elaborazione uditiva, la cui assunzione dipende dalla precisa natura del deficit, l’età del bambino e le risorse a disposizione.
Si possono distinguere tre azioni fondamentali:
-aumento delle competenze percettive uditive;
-miglioramento delle risorse cognitive e linguistiche;
-potenziamento della qualità del segnale uditivo.
Le prime due si ottengono attraverso la cosiddetta formazione uditiva, la terza, invece, facendo uso di un ausilio audiologico, un apparecchio acustico.
In effetti non esiste ancora una cura definitiva che viene universalmente adottata, gli stessi studi sulla formazione uditiva non sono concordi sulla sua reale efficacia. Non si riesce ancora a stabilire se gli effetti positivi riscontrati nei bambini che si sono sottoposti a questo tipo di “educazione” possano essere fatti risalire a quest’ultima o più semplicemente sono frutto della loro naturale maturazione e del perfezionamento delle loro procedure di apprendimento.
Ciò non toglie che i diversi approcci vadano in ogni caso tentati in modo integrato, per assicurare al bambino una qualità della vita ottimale e un naturale sviluppo cognitivo, che non pregiudichi la serenità nemmeno durante l’età adulta.